La Spallata

La Spallata

“Un colpo qua un colpo là
La Spallata nel Sannio”

Proposta da “Alberi Sonori”, Dantina Grosso

La Spallata

La Spallata è una famiglia di danze diffusa in un vasto territorio che, in buona parte coincide con quello abitato dai Sanniti. Tocca le regioni di: Abruzzo, Molise e Campania. E' una danza da matrimonio anche se ballata in tanti altri contesti, legata ai riti propiziatori, caratterizzata da colpi dati con i fianchi, con le spalle e/o con un piede a terra. Di solito è preceduta da una Saltarella o dalla Castellana, come nel caso di Schiavi d'Abruzzo, in altri casi da una quadriglia come per San Giovanni Lipioni e Acquaviva Collecroce, in quest’ultimo caso, si poteva concludere con una tarantella. Vede coinvolti dai 4 ai 12  ballerini, per un totale di 2 o 6 coppie, come in quella di Castel Guidone. 

Molte varianti sono state introdotte più di recente proprio perché non è stata, in realtà, in alcuni paesini, mai abbandonata. In altri invece si era nascosta agli occhi dei più, nella memoria silenziosa degli abitanti che, interrogati e stimolati, se ne sono riappropriati non solo a livello di orgogliosa identità culturale, ma di esecuzione della stessa.

La Spallata, nel lavoro di ricerca e di confronto con chi già da tempo ne studia origini, forme ed evoluzioni, si svela sui percorsi dove essa è nata e a cui, probabilmente si rifà: i Tratturi. Si delinea, nei suoi significati più atavici, il suo legame non solo a danza di propiziazione eseguita in particolar modo in occasione dei matrimoni, ma s’ipotizza anche (senza voler fare nessuna forzatura), potesse rappresentare, attraverso i suoi schemi e le sue figure, le antiche strade percorse dai pastori per portare il gregge dalla montagna al mare e viceversa. 

Strade in cui s’incrociavano luoghi, sapori, visioni, le stesse vite umane che creavano nel loro costante “andare-tornare”, complicati ma regolari e precisi intrecci, come quelli dei tratturi e dei tratturelli e, a livello di danza, delle Spallate. Sui Tratturi, dichiarati Patrimonio dell’Unesco, scorrevano intere generazioni di uomini e animali, intrecciando i loro destini.

La Spallata come la trama dei Tratturi; la Spallata come la trama della propria vita e propiziazione della stessa.   

 

Il Progetto

A Maggio dello scorso anno, grazie al lavoro tuttora in corso di riscoperta e valorizzazione di alcune Spallate caratteristiche dei paesini del Sannio (vasto territorio compreso tra l’Abruzzo, il Molise e la Campania), si concretizzava il Progetto “Un colpo qua, un colpo là – La Spallata nel Sannio” anche conosciuto come “Spallata Tour” elaborato e promosso da “Alberi Sonori” e Dantina Grosso.

La conoscenza di nuove forme di danza e quindi, inevitabilmente, dei posti e delle persone che le ricordano, ha fatto nascere in noi la voglia di:

- mettere in contatto queste piccole realtà affinché conoscessero ognuno la Spallata del “Vicino” scoprendone e imparandone le differenze.

- diffondere la conoscenza di queste danze prediligendo la trasmissione diretta dai “Portatori della Tradizione” agli interessati. 

- promuovere un territorio in cui la cultura rurale è ancora una meravigliosa realtà, secondo la logica del turismo sostenibile insieme a tutti gli attori del territorio.

Tutto questo accadeva nel corso di un mini tour durato tre giorni in cui i partecipanti hanno avuto modo di visitare e conoscere l'aspetto turistico, culturale e umano dei primi paesini coinvolti dal progetto: Acquaviva Collecroce (Molise), San Giovanni Lipioni (Abruzzo) e Schiavi D’Abruzzo (Abruzzo).  Queste località ci hanno permesso di collaborare con persone e realtà che, da tempo, portano avanti un gran lavoro di recupero e diffusione, come Cristina Falasca, la studiosa e ricercatrice Noretta Nori, il musicista Massimiliano Felice.

A seguito dei risultati ottenuti dalla prima edizione di “Un colpo qua un colpo là - La Spallata nel Sannio” , l’organizzazione ha elaborato un progetto di ampio respiro. 

Le motivazioni che ci spingono a porci obbiettivi ambiti sono di diverso ordine.

1)La disponibilità e l’entusiasmo delle comunità coinvolte che, in seguito alla manifestazione, hanno preso consapevolezza di avere un patrimonio culturale molto interessante e prezioso. Esse si sono incontrate per richiamare alla memoria antiche movenze che, come nel caso di San Giovanni Lipioni, sarebbero state avvolte dall’oblio. 

2)Le Associazioni, le ProLoco, le Amministrazioni e gli Esercenti della zona hanno collaborato con entusiasmo  invitandoci a continuare.

3)La Spallata può essere un veicolo turistico per una nicchia molto interessante sia per la levatura culturale sia perché rispettosa dell’uomo, dell’ambiente e delle culture locali.

4)Gli abitanti, così come i partecipanti alla manifestazione, hanno vissuto momenti di intensa interazione grazie:  all’ospitalità presso le case private e all’apprendimento della danza avvenuta in maniera diretta, senza intermediazioni (se non in termini organizzativi e propedeutici), direttamente dai portatori della tradizione con una metodica non scolastica ma affidata all’imitazione, così come avveniva un tempo.

Una condivisione semplice, spontanea e diretta tra enti, cittadini e partecipanti ci sembra un ottimo punto di partenza.

5)Altro stimolo viene dall’aver riscontrato un crescente entusiasmo verso la riscoperta e riproposizione di questa danza sia a livello di semplici appassionati sia tra gli studiosi del settore.

 

 

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